Le fibre di amianto ingerite provocano, prima di tutto, un fenomeno infiammatorio. Successivamente displasico, e poi la cancerogenesi da amianto.
L’Agenzia della Regione Lazio, da ieri è finita sotto inchiesta della Procura di Roma per aver distribuito per anni acqua altamente tossica.
A lanciare il primo allarme, che avrebbe già ricevuto conferme autorevoli, sono stati alcuni agricoltori della zona di Malborghetto, che abitano nelle strade indicate nell’ordinanza del Campidoglio, pubblicata con incredibile ritardo rispetto alla data in cui i tecnici della Asl avevano comunicato la tossicità delle acque.
Della salubrità della rete idrica di quella zona si occuperà adesso anche l’Osservatorio Nazionale Amianto.
Di arsenico e amianto si parla già da tempo in queste zone servite da un impianto vetusto, realizzato oltre sessanta anni fa per i pochi casolari agricoli presenti sul territorio.
Ad esempio sempre a Roma Nord, l’acquedotto Camuccini di proprietà dell’Arsial, almeno a sentire quello che avevano detto tempo fa i tecnici della Regione è costituito da una rete idrica fatta da tubi in amianto e da pozzi di captazione dell’acqua in un evidente pessimo stato manutentivo. E allora torniamo ai giorni nostri: Le istituzioni conoscono bene la storia di questi acquedotti regionali: ora basta però, tuonano gli abitanti.
È difficile vivere senza acqua e con la paura di averla usata fino a pochi giorni fa. Perché nelle zone fuori legge, oltre al divieto di bere, è in vigore il divieto d’uso per la cottura, per la preparazione di alimenti e bevande e per le pratiche di igiene personale che comportino ingestione anche limitata di acqua, come il lavaggio dei denti. In pratica, le sole cose che si possono fare con quell’acqua, adesso, sono lo scarico del wc, l’utilizzo della lavatrice e negli impianti di riscaldamento. La parola passa ora ai magistrati di Roma, che ieri hanno aperto un fascicolo esplorativo sulle notizie riportate da Il Messaggero due giorni fa, a proposito delle presunte responsabilità di Arsial nella gestione delle rete della Regione Lazio. E già nei prossimi giorni potrebbero essere avviati i primi accertamenti.