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Copertura in Lastre di amianto

 

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Le costruzioni in amianto 
L’amianto può essere presente in molte strutture edilizie. A Milano, ma anche in tutta Italia, troviamo l’amianto all’interno di:  fabbricati costruiti negli anni ’60 e ’70 in cui è presente una struttura portante metallica (che può essere stata spruzzata con amianto. Edifici prefabbricati con lastre piane o ondulate in amianto.  Capannoni ad uso industriale con coperture in eternit. Pareti e controsoffitti. Linoleum e piastrelle per pavimenti. Intonaci di rivestimento. coperture di vario tipo (tegole, lastre). Tubi e vasche per acqua potabile ,e altre strutture.
In particolare vorremmo fare una precisazione sul Linoleum.

Il nome linoleum è ancora spesso usato impropriamente (anche dagli addetti ai lavori) per indicare pavimenti contenenti amianto. I pavimenti contenenti amianto sono in vinil amianto, materiale cancerogeno molto pericoloso di cui ci occupiamo della bonifica e smaltimento.

Il linoleum autentico invece NON è cancerogeno in quanto non contiene amianto ma è realizzato con materie prime di origine naturali quali farina di legno, olio di lino, farina di sughero, ecc ed è spesso confuso con le finiture in gomma o con i pavimenti vinilici e tra questi i pavimenti in vinil amianto.

Come rimuovere l’amianto
Le 3 modalità più diffuse per la rimozione dell’amianto sono:

rimozione (il metodo più rischioso ma più efficace).
incapsulamento (con prodotti penetranti e ricoprenti).
confinamento (con barriere per isolare la sostanza inquinante dall’ambiente circostante).
Dopo che l’amianto è stato rimosso, può essere conferito presso impianti di stoccaggio preliminare, come Fenice S.r.l., in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale ed autorizzati dagli enti competenti a ricevere questa tipologia di rifiuti per il successivo invio a smaltimento definitivo presso idonee discariche oppure può essere conferito direttamente in discariche autorizzate con le quali Fenice S.r.l. ha contratti commerciali attivi.

Vista la pericolosità di questo materiale, nonostante l’esistenza di alcuni progetti e impianti pilota in via di sperimentazione, ad oggi non è possibile riciclarlo in alcun modo.

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